Gas serra, ambiente e tecnologia

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Gas serra, ambiente e tecnologia

L’effetto dei gas serra sull’ambiente, ed in particolare sull’innalzamento delle temperature dell’atmosfera del pianeta che ci ospita, è uno degli argomenti su cui è focalizzata l’attenzione degli scienziati e dei governanti. Senza entrare nel merito delle polemiche che animano gli accesi dibattiti tra falchi e colombe è di tutta evidenza che c’è un limite invalicabile, al di là del quale, il quantitativo di gas emessi in atmosfera dalle attività umane, pregiudicherebbe in maniera irreversibile la vivibilità della terra.

Per quanto riguarda la anidride carbonica (CO2), la natura, grazie alla fotosintesi clorofilliana operata dalle biomasse, trasforma questo gas inorganico in carbonio, grazie al quale abbiamo l’accrescimento della stessa biomassa e ossigeno che viene rilasciato in atmosfera. Le biomasse quindi, sono grandi accumulatori di carbonio e produttori di ossigeno.

Il punto di equilibrio, per evitare la nostra stessa estinzione, sta nel rendere il quantitativo totale di emissioni di CO2 al massimo uguale alla capacità totale, delle biomasse, a trasformare questo gas in carbonio e ossigeno. Le “energie rinnovabili” rispondono a questo banale principio consentendo di operare all’interno di un ciclo chiuso.

Dopo anni in cui la legiferazione ha premiato (con i soldi dei contribuenti), in maniera a volte impropria ed indiscriminata, esclusivamente la produzione di energia elettrica indipendentemente dal tipo di fonte rinnovabile, oggi vinte le resistenze di lobby speculative e conservative, dalla premialità sono stati esclusi i campi fotovoltaici a terra ed è stato dato un impulso all’utilizzo di biomassa di scarto limitando al 30% l’utilizzo di colture dedicate.

Finalmente, inoltre, è stata normata la possibilità di produrre con le biomasse di scarto (tra cui la frazione organica dei rifiuti), anziché energia elettrica, il più pregiato combustibile non di origine fossile, il biometano.

Quest’ultimi strumenti legislativi, fortemente osteggiati da i petrolieri, fanno obbligo a questi ultimi ad immettere in consumo percentuali sempre crescenti di combustibili non fossili.

Questa lenta e faticosa evoluzione normativa (in particolare in Italia) consente di spostare il costo della promozione di questa fonte energetica alternativa dai contribuenti ai petrolieri. Inoltre, la produzione di un combustibile al posto della energia elettrica sovvenzionata consente gli ulteriori seguenti vantaggi:

  • La sostituzione di combustibili per autotrazione di origine fossile con il più nobile dei combustibili di origine non fossile. Questo consente di sostituire un “ciclo aperto” (l’utilizzo di un combustibile fossile) con uno “chiuso” (l’utilizzo delle biomasse di scarto) rendendo neutra la CO2 emessa, pertanto riduce l’impronta ambientale dovuta ad una delle più significative attività umane. Il metano, inoltre, rispetto ai combustibili tradizionali riduce la quantità totale emessa di inquinanti, quali: CO2 (peraltro neutra) in quanto ha il migliore rapporto carbonio/idrogeno, CO, di polveri sottili e COT.
  • Ridurre l’impatto ambientale locale sia in termini di quantitativi totali di gas emessi sia in termini di micro inquinanti. Infatti, a parità di “taglia” di impianto, in quello dedicato alla produzione di biometano le emissioni in atmosfera sono limitate quasi esclusivamente ad un cogeneratore (obbligatorio per giusta norma per rendere “netta” la produzione del biocombustibile) utilizzante quale combustibile parte del biometano autoprodotto e di taglia pari ad 1/5 di quello necessario per la produzione di energia elettrica per altro alimentato da biogas. Inoltre, le emissioni imposte per legge, sulle massime concentrazioni di microinquinanti, nel caso del metano sono molto inferiori a quelle del biogas. Nella tabella sotto riportata vengono riportati i dati delle massime concentrazioni di microinquinanti previsti dalla normativa, la riduzione percentuale derivante dal confronto tra i due casi e la riduzione totale sul quantitativo totale emesso tenendo conto che la portata massica dei fumi nel caso del “biometano” è 1/5 di quella “elettrica”.

In pratica, si evince che tutte le emissioni vengono ridotte del 90% e oltre.

By | 2019-05-09T10:47:26+00:00 Agosto 26th, 2015|News|0 Comments

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