In riferimento alla valorizzazione energetica il nostro Paese, su disposizione della strategia UE 2020 deve incentivare i biocarburanti tra cui il biometano, almeno il 10% di tutta l’energia consumata nei trasporti si prevede debba provenire da fonti rinnovabili, entro il 2020, percentuale che crescerà in maniera esponenziale fino al 2050.
Il biometano è un’energia eccelsa: la digestione anaerobica permette infatti uno sviluppo di una economia circolare che non ha solo una valenza energetica, ma ha anche notevoli benefici ambientali.
Purtroppo da un’analisi dell’ASVIL (Alleanza per lo sviluppo sostenibile), l’Italia non sta raggiungendo i 17 fondamentali obiettivi comuni che i Paesi europei si sono prefissati per lo sviluppo sostenibile, con l’Agenda 2030. Gli obiettivi hanno diverse valenze e campi di azione, essi vanno dal sociale all’economia, dall’ambiente all’istruzione, sono il traguardo per uno sviluppo sostenibile di tutti i Paesi, pensati e studiati perché “nessuno resti indietro”.
In generale emerge che l’Ue sta progredendo verso lo sviluppo sostenibile ma diverse sono le criticità, molte delle quali riguardano per esempio proprio l’Italia, sono ancora da risolvere e certe disuguaglianze fra stati membri senza politiche comuni potrebbero ampliarsi.
Per ottenere questi sviluppi si sostiene la valorizzazione del biogas come fonte programmabile. Sul fronte della produzione di biometano, negli ultimi anni le aziende hanno investito molto in attività di ricerca e sviluppo e avviato un percorso di evoluzione tecnologica indirizzata allo sviluppo di ulteriore capacità produttiva.
L’obiettivo al 2030 è di raggiungere una produzione di biometano di 1,1 miliardi di metri cubi (da agricoltura e dal riciclo dei rifiuti), anche se sicuramente si potrà raggiungere la produzione 10 miliardi di mc, con una quota di 8,5 miliardi al solo settore agricolo.
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