BIOCARBURANTI AVANZATI, UNA GRANDE RISORSA PER LA TUSCIA

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BIOCARBURANTI AVANZATI, UNA GRANDE RISORSA PER LA TUSCIA

COORDINAMENTO AMBIENTE TUSCIA

 

Se consultiamo il Piano energetico Regionale del Lazio relativamente al potenziale di produzione di biogas derivante dalla frazione organica dei rifiuti urbani (FORSU) scopriamo che l’obiettivo generale pari al 65% della raccolta differenziata si sta raggiungendo ora, nel periodo compreso tra il 2017 ed il 2020, il Piano Regionale prevede una raccolta di RU organico pari a 694.383 tonnellate/ anno e di verde pari a 106.018 tonnellate/anno disarticolata tra le cinque Province componenti il Lazio, ora se trasformassimo queste quantità in Nm³(metri cubi normali) otterremmo 71.235.689 Nm³ di Biocarburanti avanzati da processi anaerobici che non implicano nessun tipo di combustione nella produzione e calcolando che ogni Nm³ corrisponde ad 1,0549 Sm³ (metri cubi standard) otteniamo 75.146.528,326 Sm³ di biocarburanti a zero emissioni di CO2, biocarburanti il cui valore economico sarebbe in grado non solo di rilanciare l’economia della Tuscia ma dell’intera Regione Lazio !!

Vale la pena ricordare che nell’ambito della strategia UE 2020, la direttiva sulle energie rinnovabili obbliga tutti gli Stati membri a garantire che almeno il 10% di tutta l’energia consumata nei trasporti provenga da fonti rinnovabili entro il 2020, percentuale che crescerà in maniera esponenziale fino al 2050 in quanto la UE ha scelto i biocarburanti avanzati in sostituzione progressiva degli idrocarburi, in parte per tentare di salvare il Pianeta non immettendo nell’atmosfera più di 5 Giga tonnellate ( 5 miliardi di tonnellate)  di C02 ed in parte perché il petrolio sta finendo con un picco superato nel 2003 (il picco indica il 50% di prodotto Mondialmente estratto) ed al ritmo di 180,000 tonnellate/ora di idrocarburi consumati nel Mondo tutte le riserve saranno esaurite in pochissimo tempo.

Insieme ai veicoli elettrici, i biocarburanti sostenibili sono una delle principali alternative a zero emissioni di carbonio ai combustibili fossili usati nei trasporti, poiché si applicano facilmente all’infrastruttura di trasporto esistente senza produrre inquinamento alcuno: infatti possono essere venduti nei normali distributori di carburanti e possono essere usati dalle automobili e dai camion già in circolazione. Ma i carburanti a emissioni zero di C02 andranno a sostituire già entro il 2022 i carburanti usati in aviazione, attualmente le compagnie aeree Europe si stanno attrezzando per la certificazione “carbon free” con Lufthansa e Air France pronte al passaggio dal kerosene aeronautico ai biocarburanti avanzati,nel settore navale, etc….

Emissioni di carbonio responsabili in Italia per colpa dell’esposizione a particolato (PM), ozono troposferico (O3) e biossido di azoto (NO2) di provocare 94.400 morti premature/anno . Nella Ue a 28 Stati nel 2018 si sono riscontrati  491 mila decessi prematuri dovuti agli inquinanti atmosferici, l’Italia è in black seguita da Germania dove si registrano 72 mila decessi, in Francia (52.600 morti) e Gran Bretagna con 52.430 morti, in ambito UE raggiungiamo il triste primato di 455,978 morti premature/anno, etc.. per il solo inquinamento dell’aria

L’Italia sarebbe nelle condizioni di raggiungere una produzione di 10 miliardi di metri cubi di biometano al 2030, di cui almeno 8 da materie prime agricole pari a circa il 15% dell’attuale fabbisogno annuo di gas naturale e ai due terzi della potenzialità di stoccaggio della rete nazionale. Uno studio presentato a Biogas Italy dalla società di consulenza ambientale Althesys parte da questa stima per definire uno scenario al 2050, dove un potenziamento della produzione di biometano potrebbe evitare emissioni di CO2 per 197 milioni di tonnellate. 

Lo sviluppo della filiera consentirebbe, inoltre, già entro il 2030, di creare oltre 21mila posti di lavoro e di generare un gettito tributario di 16 mld di euro tra imposte sulle imprese e fiscalità di salari e stipendi. Le ricadute economiche complessive al 2030 si misurerebbero in 85,8 mld di euro, di cui 17,7 nell’uso elettrico, 15 nel settore dei trasporti e 53,1 miliardi di euro grazie all’immissione nella rete del metano.

L’utilizzo dei biocarburanti come il biometano avanzato potrebbe generare risparmi annui intorno ai 140 miliardi di euro entro il 2050, soldi risparmiati nell’import di materie prime fossili, in base alle norme dell’Ue sugli aiuti di Stato, la Commissione europea ha approvato un regime di sostegno italiano per la produzione e la distribuzione di biocarburanti avanzati, tra cui il biometano avanzato. La misura contribuirà al raggiungimento degli obiettivi dell’Ue in energia e cambiamenti climatici, mentre rimarranno circoscritte le distorsioni della concorrenza. La misura di sostegno per il biennio 2018- 2020 è di 4,7 miliardi di euro subito recepita dal MISE (Ministero Italiano per lo sviluppo Economico).

Ora, vista l’importanza di questo settore assolutamente sostenibile in grado di creare ricchezza green solo nel Lazio per centinaia  di milioni di euro, lasciando da parte per un momento il settore agricolo e il Decreto che promuove la produzione di carburanti avanzati da scarti agricoli, decreto per altro controfirmato tra ENI e diverse Associazioni di categoria del Mondo Agricolo; non si capisce il perché vengano approvati ed autorizzati impianti per il compostaggio e non vengano autorizzati impianti per la produzione di biocarburanti avanzati come il biometano che aiutano a disinquinare il Pianeta e nel contempo a creare Filiere occupazionali all’interno di questo processo in atto Mondialmente che è chiamato “quarta rivoluzione industriale”, una rivoluzione totalmente green.

In Italia, sono state messe a punto dai Tecnici Nazionali , i più avanzati del Mondo in quanto a brevetti: sistemi in grado di catturare singole ppm di carbonio, senza che esse siano liberate in aria re immettendole nel ciclo produttivo, se pensiamo che in atmosfera abbiamo raggiunto stabilmente dal 2016 le 411 ppm (parti per milione) di CO2 in grado di causare un countdown senza ritorno, forse la politica dovrebbe prendere in seria considerazione queste tecnologie.Al momento il 70% del rifiuto biodegradabile nel Lazio viene interrato in discarica o viene trasformato in compost (ammendante organico agricolo) che per il 60% della sua produzione rimane invenduto nei siti di stoccaggio , mentre un 40% viene confezionato in sacchi da 10 o 25 kg che trovate nei negozi di hobbystica o al supermercato come concime per i vostri orti o giardini

Noi pensiamo, anzi siamo più che convinti che la quarta rivoluzione industriale, una rivoluzione totalmente green in cui tutti noi siamo coinvolti perché sta accadendo ora, possa permettere all’Italia (Paese n.1 al Mondo per biodiversità) di rilanciare l’agricoltura biodinamica e le filiere ad essa connesse al fine di un rilancio in grande stile di questa Terra in cui secondo un grande latinista ed etruscologo francese Jacques Hourgoun è nata la civiltà per ben due volte contestualmente alla Toscana , nel VII sec AC e nel XVI secolo

Si parla sempre, almeno la politica da anni annuncia “ rilancio del turismo ed agricoltura biologica” per ritrovarci poi, con grande probabilità geotermia industriale ad alta e media entalpia che è già stata inserita nel PRE (Piano Regionale Energetico) che producono si ricchezza, non locale, visto che tutte le richieste di autorizzazione sono pervenute da Multinazionali dell’Energia ma anche un inquinamento atmosferico molto impattante, tentativi di costruire altre Dighe sul Tevere (tentativo fortunatamente scongiurato non più di tre mesi fa dal Ministero dell’Ambiente), immensi campi fotovoltaici con l’Ente Regionale che ha approvato ben 1200 ettari(12 milioni di metri quadrati) tra Tuscania e Montalto ed anni fa grazie ad un referendum fu sventata l’ipotesi in atto di trasformare il Lago di Bolsena nel “radiatore” della Centrale Nucleare di Montalto di Castro , tutto ciò è conosciuto e documentato!!!

IL Coordinamento Ambiente Tuscia consiste in un Network di Reti, Comitati, Associazioni, Gruppi ambientalisti che usano l’ambientalismo scientifico al fine di salvaguardare l’uomo, l’ambiente e tutte le specie che lo abitano, ed al contempo promuovere tecnologie pulite al fine di rilanciare lo sviluppo sostenibile della Tuscia, terra di biodiversità unica con più di 155 specie vegetali ed animali autoctone che sopravvivono in ecosistemi e microclimi unici non solo in Italia ma in Europa. Oggi con la Quarta Rivoluzione Industriale una rivoluzione per la prima volta nella storia totalmente green abbiamo l’opportunità di trasformare la Ns Terra in un sistema produttivo bio based avanzatissimo rispettando l’ambiente e creando occupazione locale altamente specializzata in Filiere che fanno riferimento all’economia circolare applicata nella sua completezza

Coordinamento Ambiente Tuscia

Giovanni De Caro/Portavoce

By | 2019-06-17T09:51:06+00:00 Giugno 17th, 2019|biometano, News, News-En, News-Fr, Rassegna Stampa|0 Comments

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